La formazione classica: l’esempio di Giovanna Civitillo
Nel panorama artistico italiano, il balletto rappresenta da sempre una scuola di rigore e dedizione, un percorso ben incarnato dalla carriera di Giovanna Civitillo. Nota al grande pubblico anche come moglie del conduttore Amadeus, la showgirl nasce artisticamente come ballerina classica. Originaria di Vico Equense, inizia a studiare danza nel 1986, seguendo un iter accademico che la porta a diplomarsi nel 1994 presso il Teatro Bellini di Napoli. Il suo ruolo di debutto, quello di Teresina nel balletto “Napoli” di August Bournonville, segna l’ingresso nel professionismo.
Prima di approdare in televisione, Civitillo si distingue come solista, vincendo il terzo premio al concorso di Genzano e arrivando in finale alla Settimana Internazionale della Danza di Rieti. Solo successivamente porterà la tecnica del balletto sul piccolo schermo, lavorando in programmi cult della Rai come Unomattina, Carramba! Che sorpresa e Domenica In. La sua storia riflette il percorso tradizionale del danzatore: anni di studio alla sbarra, concorsi e infine il palcoscenico.
Una nuova frontiera per il balletto accademico
Tuttavia, il mondo del balletto sta cambiando radicalmente, offrendo nuove opportunità anche lontano dai teatri d’opera europei. Un esempio lampante arriva dagli Stati Uniti, dove il Princeton University Ballet (PUB) sta ridefinendo cosa significhi essere un danzatore oggi. Fondata nel 2008 da una studentessa, Branagan, per rispondere all’esigenza di conciliare studi universitari d’élite e danza ad alto livello, la compagnia è diventata un punto di riferimento.
Gisele Sonnier, attuale presidente del PUB, spiega che Princeton è diventata una calamita per i talenti del balletto proprio grazie a questa realtà. Qui, gli studenti non sono costretti a scegliere tra una laurea in una Ivy League e la loro passione per le punte: il balletto rimane una parte integrante della loro identità, senza le pressioni soffocanti che talvolta caratterizzano le accademie pre-professionali.
Inclusività e benessere dei danzatori
Uno degli aspetti più innovativi di questo approccio moderno al balletto è l’attenzione al benessere psicologico. Alba Mastromatteo, una matricola, racconta di aver ritrovato al PUB quel senso di comunità che temeva di perdere lasciando la sua scuola di danza in Ohio. A differenza della competitività spietata che spesso si respira nel settore, l’ambiente universitario promuove il supporto reciproco, dove le prove diventano anche un momento di socializzazione e cura personale.
Rompere gli schemi di genere nel balletto classico
Il cambiamento investe anche le gerarchie storiche. Sebbene il balletto sia nato nelle corti rinascimentali italiane come arte maschile e abbia poi visto le donne dominare la scena dal XIX secolo con opere come Giselle, la direzione artistica è rimasta a lungo appannaggio degli uomini. Branagan nota come i ballerini maschi siano ancora oggi merce rara e preziosa, godendo spesso di percorsi di carriera più agevolati rispetto alle colleghe.
A Princeton, però, la tendenza si inverte. Quest’anno la leadership del PUB è interamente affidata a donne nere, un segnale forte di rottura con il passato. Makenzie Hymes, direttrice artistica, sta usando questa piattaforma per reinterpretare i classici.
Reinterpretare il repertorio: dai “Ballet Blancs” al contemporaneo
L’innovazione passa anche attraverso la coreografia. Nello spettacolo autunnale “Sombra”, Hymes ha voluto sfidare la narrazione tradizionale dei Ballet Blancs dell’era romantica, dove le donne sono spesso ritratte come figure fragili che muoiono d’amore. “Non ho intenzione di morire di crepacuore. Ho lezione”, afferma provocatoriamente la direttrice.
Lo spettacolo unisce estratti dal repertorio classico, come La Bayadère, che preservano l’eleganza e la delicatezza del balletto storico, a pezzi contemporanei che mescolano jazz e blues. In opere come “we go again”, il balletto si spoglia della sua rigidità secolare per esplorare nuove forme di femminilità e resilienza, dimostrando che quest’arte antica è più viva e in evoluzione che mai.