Il mese di gennaio si preannuncia ricco di emozioni per gli amanti del balletto classico, con appuntamenti che spaziano dalle grandi produzioni internazionali alle iniziative dedicate ai giovani talenti. Se il capoluogo piemontese si prepara ad accogliere una delle opere più rappresentative del romanticismo, altrove ferve l’attività per portare in scena i classici natalizi, testimoniando la vitalità di un’arte capace di unire generazioni diverse.

Un appuntamento di prestigio al Teatro Valdocco

L’attenzione è tutta rivolta al 4 gennaio 2025, quando il Teatro Grande Valdocco di Torino ospiterà un evento d’eccezione. Alle ore 20.30 i riflettori si accenderanno sul Balletto del Teatro dell’Opera Nazionale della Romania di Iasi, che porterà in scena “Giselle”, considerato il balletto classico per eccellenza. La serata vedrà una prima assoluta per il palcoscenico cittadino: la presenza di Cristina Djmaru, prima ballerina solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Bucarest. Sarà lei, affiancata dal corpo di ballo rumeno, a interpretare il ruolo della protagonista in uno spettacolo che promette di affascinare non solo i cultori della danza, ma chiunque desideri avvicinarsi a questa forma espressiva.

Il fascino immortale di un amore oltre la morte

La scelta di “Giselle” non è casuale: si tratta di un titolo che continua a commuovere il pubblico grazie a una narrazione che intreccia atmosfere bucoliche e suggestioni sovrannaturali. Il libretto, nato dalla penna di Théophile Gautier su ispirazione di Heinrich Heine e musicato da Adolph Adam, ci trasporta in una vicenda tanto semplice quanto mistica. Al centro della trama troviamo Giselle, giovane contadina corteggiata dal cacciatore Hilarion ma innamorata di Loys, che in realtà è il principe Albrecht sotto mentite spoglie.

La tragedia si consuma durante la festa della vendemmia. Nonostante i presagi della madre sulla leggenda delle Villi, Giselle danza gioiosa per colui che crede il suo promesso sposo, anche davanti alla principessa Bathilde – la vera fidanzata di Albrecht – giunta con la corte dopo una battuta di caccia. Quando Hilarion, accecato dalla gelosia, svela l’inganno, la mente fragile di Giselle cede: la ragazza impazzisce per il dolore e muore tra le braccia materne. Il secondo atto cambia registro, immergendo lo spettatore nel regno spettrale delle Villi e della loro regina Myrtha. Qui, dove gli uomini sono condannati a danzare fino alla morte, l’amore di Giselle protegge Albrecht dalla vendetta degli spettri, sostenendolo fino al sorgere dell’alba e alla dissoluzione degli spiriti.

L’impegno delle nuove generazioni in scena

Mentre i professionisti calcano i grandi palchi europei, il fermento artistico coinvolge anche le realtà formative d’oltreoceano, dove la tradizione si rinnova attraverso l’impegno dei più giovani. È il caso dell’Elevation Dance Studio che, presso l’auditorium della Steamboat Springs High School, sta ultimando i preparativi per il classico delle festività: “Lo Schiaccianoci”. L’atmosfera in sala prove è febbrile, come dimostrano le recenti sessioni del martedì, dove ballerini come Addie Aviña e Zack Montgomery hanno provato intensamente i loro ruoli, regalando momenti di grande intesa scenica sotto le luci dei riflettori.

Dettagli e aspettative per il debutto

Il lavoro dietro le quinte è meticoloso: dalle scene corali con i fiocchi di neve, interpretate tra gli altri da Zoey Appel, fino ai passaggi solisti di Emma Willson, immortalata in salti atletici durante le prove. Il cast, che include anche Liliana Grathwohl, Madison Garlick, Emmylou Titus, Harlyn Rabbitt ed Evyn Dellinger, sta perfezionando ogni dettaglio, dalla “Danza della Fata Confetto” alle scene più toccanti della narrazione. Lo spettacolo andrà in scena per tre serate consecutive – giovedì, venerdì e sabato – alle 18.30, offrendo al pubblico locale l’opportunità di immergersi nella magia del Natale attraverso la danza, sebbene i biglietti siano ormai limitati. Che si tratti di professionisti affermati a Torino o di studenti appassionati, il messaggio rimane univoco: la danza continua a essere un linguaggio universale capace di raccontare storie eterne.